Lo sguardo è dolce, triste, alterna lampi di rabbia e di rassegnazione. Una vita difficile, psiche di donna ingabbiata in un corpo maschile, e varie altre difficoltà.
Non è la sua storia che voglio raccontare, ma le riflessioni che ha mosso, gli interrogativi che mi girano per la testa.
Il dolore di quell’uomo mi ha colpita. Ogni dolore che ascolto mi colpisce, e ognuno ha una sua risonanza in me. Quello ascoltato ieri suona note tragiche.
Penso a una vita che avrebbe voluto essere tutt’altro -e non solo nel genere- e non è stata.
Non voglio fare una classifica dei dolori, ovviamente; non è una questione di pesantezza dei diversi fardelli. E non è neanche il dolore dell’incompiutezza, che probabilmente riguarda più o meno tutte le nostre vite.
Non è solo la quantità di dolore, ma le note di cui è composto, la melodia che risuona, l’armonia che canta.
È l’essere dove non è il senso della tua vita, o il non riuscire a trovare senso dove sei: questo risuona in me come particolarmente doloroso.
L’argomento è complesso: a volte il vissuto di fallimento, di sconfitta, trova una sua pace, un senso che lo riscatta e lo quieta, consentendo di andare oltre. Altre volte segna e congela il futuro.
A volte si può trovare senso in una vita piena di sofferenza, o si può dare senso a posteriori a periodi che sembravano insensati mentre si stavano vivendo. Si può provare a dare senso anche a una vita che si ritiene sbagliata, che ha portato lontano dai propri talenti, dalle proprie risorse, da chi sentiamo di essere. A volte c’è tempo e c’è la possibilità di rimediare, altre volte no.
A volte il bocciolo non si apre, sfiorisce senza aver dato alla luce i suoi colori e le sue forme, e tra rassegnazione e rabbia nessun significato arriva a placare il dolore, la delusione.
Allora, lì, risuonano le note tragiche.
Le porto con me, testimonianza di vita.
Hai parlato di un dolore che mi riguarda da vicino… Grazie per come sai essere vicina a chi soffre.
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Un abbraccio
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Leggo e rileggo i tuoi preziosi post che mi fanno sempre riflettere. Conosco – da quando mi sono ammalata di cancro del polmone – dolore e sofferenza, non solo fisica.
Quanto mi piacerebbe incontrare una persona come te, mi aiuterebbe molto. Intanto mi faccio forza e cammino su un percorso sempre più accidentato…
Grazie della condivisione!
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Un abbraccio… E se dovessi passare da Milano, fammelo sapere… 🙂
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Un lavoro il tuo per il quale dobbiamo sempre dire grazie, a qualcuno/a che sa sentire le note della vita, non sempre piace leggere, ascoltare o trasmettere questa musica soprattutto in tempo di ferie, ma tu lo sai fare bene e per questo ti dico grazie.
Un sorriso 😉
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Grazie a te! Ricambio il sorriso 🙂
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hai sensibilità.
mi colpisce la difficoltà del tuo lavoro, cammini su un filo in equilibrio tra distacco e coinvolgimento.
ml
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Ma quando riesci a seguirlo, quel filo porta una grande ricchezza e mi fa amare tantissimo il mio lavoro.
Ciao!
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“È l’essere dove non è il senso della tua vita, o il non riuscire a trovare senso dove sei[…] A volte c’è tempo e c’è la possibilità di rimediare, altre volte no.” Il tuo post mi ha trasmesso forti vibrazioni. C’è da rifletterci. Grazie.
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Mi fa piacere… Sono temi su cui è importante riflettere…
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“non è solo la quantità di dolore, ma le note di cui è composto”. che frase preziosa, capisco bene quel che intendi dire.
bentornata, eri in ferie anche tu giusto?.
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Bentrovato…Si, ora ferie finite… Ad agosto a Milano si sta bene!
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Che bellezza leggerti…pagina stupenda, che mi aiuta a riflettere. Come spesso mi capita qui fra le tue righe
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Grazie… Mi fa davvero piacere
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