La trappola del colore prevalente

… E poi ci sono le storie che ci raccontiamo.
“E’ un brutto periodo”, “Sono giorni difficili”, “Sono felice”…
Facciamo dello stato d’animo prevalente il tutto; ma in quel tutto che ci sembra omogeneo, ci sono molte sfumature di cui dovremmo tener conto.
La nostra vita emotiva non è mai statica, si muove tra colori accesi e tonalità sfumate, variabili, intrecciate tra loro nel dar vita a tavolozze uniche.
Anche nelle giornate pesanti ci possono essere sprazzi di leggerezza, attimi di luce brillante, o di grigi che non sono neri. Certo, il nero pesa di più, e si imprime nella giornata, la colora del suo tono. Ma noi facciamo la nostra parte nel rimarcare il peso e non anche le note più leggere.
Non si tratta di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma di portare con sé il tutto; non negare  -certo-  la fatica o il dolore, ma accompagnarli al resto che c’è, anche se piccolo e sfumato. Accogliere la completezza che attraversiamo tutti i giorni, e raccontarci quella completezza, non solo il nero o il bianco prevalenti.
Ogni volta che io mi racconto che è un brutto periodo, quel brutto si incide nel mio cervello, e scurisce le lenti attraverso le quali guardo la vita scorrere. Non solo la mia, la vita in generale.
Quando sono sofferente mi sintonizzo e vedo maggiormente tutte le sofferenze intorno a me. E questo sguardo rafforza il mio dolore, diventando un circolo vizioso.
Allora, a meno che non stiamo vivendo una vera e propria depressione, è importante mettere energie nel cercare di tenere aperto lo sguardo su tutto quel c’è. Lucidamente, amorevolmente.
Guardare tutte le sfumature che compongono il nostro bicchiere, giorno per giorno. Perché oggi non è ieri, e domani sarà altro ancora. Il prevalente prevale, ma non deve distrarci dal tutto.
Quando allargo lo sguardo e comincio a raccontarmi quel che c’è, sto meglio, mantengo un equilibrio migliore che si fa circolo virtuoso e cambia lo sguardo sulla mia vita. Allora mi racconto che sono  –contemporaneamente- un po’ triste, un po’ stanca, un po’ felice, un po’ leggera, un po’ pesante, un po’ grata. Tutto sta,  e compone la forma cangiante della mia vita.

13 pensieri su “La trappola del colore prevalente

  1. TADS

    “Quando allargo lo sguardo e comincio a raccontarmi quel che c’è, sto meglio, mantengo un equilibrio migliore che si fa circolo virtuoso e cambia lo sguardo sulla mia vita”

    è esattamente questa la combinazione che apre la cassaforte della serenità.

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  2. yourcenar11

    Oggi ho sperimentato ciò che dici: il pomeriggio si presentava piuttosto grigio, nessun programma, riposo e… che altro? Allora mi sono immersa nella musica, ho scelto su YouTube canti e danze dall’Africa, ho scoperto nuovi cantanti, i ritmi che amo e dei video che mi hanno ridato energia emotiva. E il grigio piano piano si è dissolto! Sono un po’ tutte così le mie giornate, multicolore, mi sforzo di non far prevalere le tonalità più cupe. Non sempre ci riesco, ma ci provo sempre.

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  3. Furtivamente

    In un certo senso applico da tempo i tuoi principi anche perché ho capito che non c’è scelta. La Vita va affrontata per quello che è, con tutto quello che da e che toglie, e non so se sia fede o cos’altro ma è sicuramente un approccio più sereno e disincantato al trascorrere del Tempo e non solo quello fisico ma anche ‘spirituale’.
    Il Tempo che scorre e insegna all’Anima a essere forte e positiva.

    Belle parole. Bel pensiero.
    Grazie !

    Ciao.

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  4. Luigi

    mi piace molto quello che hai scritto; anch’io sono convinto che imparare a ringraziare per quello che abbiamo, e di cui spesso non ci rendiamo conto, aiuta a scoprire sempre di più la bellezza che ci circonda!!!

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