Archivio mensile:gennaio 2016

Creature di un giorno

Già dalla citazione iniziale il libro promette bene: “Siamo tutti creature di un giorno; colui che ricorda e colui che è ricordato. Tutto è effimero, tanto il ricordo che l’oggetto del ricordo.
Vicino è il tempo in cui tutto avrai dimenticato; e vicino è il tempo in cui tutti avranno dimenticato te.
Rifletti sempre sul fatto che presto non sarai nessuno, e non sarai da nessuna parte.”
Marco Aurelio, Pensieri

Irvin Yalom è un ottantenne psichiatra americano, autore di libri interessanti, come questo che sto leggendo: “Creature di un giorno”, storie romanzate di pazienti e di dialoghi con loro, che ruotano intorno al tema del tempo che passa e della morte che si avvicina.
Trovo vissuti e riflessioni che appartengono anche a me, e mi fa sempre bene sentirmi in compagnia su questi sentieri interiori, mi fa bene sentire una condivisione umana, calda, vissuta.
In questi anni di lavoro in ospedale e nelle cure palliative ho vissuto, letto e riflettuto, mi sono fatta domande e ne ho ascoltate, ho cercato risposte e ne ho ascoltate. Ho vissuto la mia vita intrecciandola con quelle domande e quelle risposte, facendone un tutt’uno. E continuo a farlo.
Perché non contano tanto le domande o le risposte, quanto l’incarnarle nel quotidiano, viverle nell’esperienza. Le verità sono semplici, le risposte non placano l’animo per il loro contenuto, ma perché quel contenuto improvvisamente brilla, canta, parla. Vive.
Come in quella riflessione zen: prima dell’illuminazione il cielo era cielo, gli alberi alberi, la terra terra. Dopo l’illuminazione il cielo era cielo, gli alberi alberi e la terra terra: ma che differenza!
Ecco: le riflessioni sulla caducità e sul vivere il presente sono sempre quelle, ma ci sono momenti in cui vivono, si incarnano, e allora sono esperienza che quieta e rasserena.
Accade, interiormente.
Porto con me le esperienze di non senso, di paura e di angoscia, di domande. Cammino con loro, insieme alle esperienze di senso, di quiete, insieme alle risposte incarnate.
Sono tutto questo, in continuo lavorìo e in mutevoli stati d’animo.
E stasera sto, in equilibrio sul fil di lana. Quieta, serena, colma di vita.