Ho ripreso le mie camminate in città, unica attività sportiva che cerco di praticare, seppur con molta irregolarità. Musica nelle orecchie, passo veloce e pensieri che scorrono liberamente. Ammetto che l’umore ne guadagna, e pure il corso dei pensieri.
In questo periodo ritorna spesso il tema del senso della vita, e ieri mi si è riaffacciata alla mente una frase letta tanti anni fa in un libro di Castaneda: “Tutte le strade sono uguali; non portano da nessuna parte. Sono strade che passano attraverso la boscaglia o che vanno nella boscaglia. Nella mia vita posso dire di aver percorso strade lunghe, molto lunghe, ma io non sono da nessuna parte. La domanda del mio benefattore ha adesso un significato. Questa strada ha un cuore? Se lo ha la strada è buona. Se non lo ha, non serve a niente. Entrambe le strade non portano da nessuna parte: ma una ha un cuore e l’altra no. Una porta a un viaggio lieto; finché la segui sei una sola cosa con essa. L’altra ti farà maledire la tua vita. Una ti rende forte; l’altra ti indebolisce.”
Per come la sento io, seguire il sentiero che ha un cuore non ha a che fare con le sole emozioni, ma con l’integrazione di più aspetti di sé, compresi quelli cognitivi e spirituali.
Ci sono tanti momenti in cui la vita sembra una corsa priva di significato, in cui le parole del replicante di Blade Runner risuonano così tragicamente vere: “… e tutti questi momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.”
Ne ho scritto anche qui.
Poi però accade che, continuando a camminare sul sentiero che sento mio, tornando a sentire il contatto con quel sentiero, la vita riprende a scorrere in tutte le sue sfumature.
E stanno insieme la gioia di vivere e l’angoscia della morte, compagni inseparabili e dialoganti.
Stanno insieme speranze e paure, delusioni e ripartenze, allegrie e tristezze. Stanno davvero insieme, convivono in equilibri dinamici dove è impossibile cacciar via l’uno o l’altro.
Il mio sentiero è fatto di affetti, di relazioni, anche nel lavoro.
Lì sento il senso della mia vita: quando sono in relazione sto bene, sento di camminare su un sentiero che mi dà energia e benessere.
E sono in relazione anche quando sono sola, perché in tanti momenti più meditativi -per esempio quando cammino ascoltando la musica e guardando la vita che scorre- tutte le persone che amo sono con me, mi fanno compagnia, fanno sentire ricca la mia vita.
Lì sento che la mia vita ha senso. E anche se la mia vita è una formica che zampetta nell’universo, che non sarà più nulla quando smetterà di zampettare, quella vita è piena di significato per me, qui e ora.
“La vita di un uomo è un soffio… come quella delle farfalle che vivono un solo giorno, che importanza può avere se muoiono alle 4 o alle 6 del pomeriggio… l’unica cosa importante è se erano belle e se qualcuno ha potuto godere della loro bellezza.” (S.Bartoccioni, “Dall’altra parte”)
Faccio quel che posso per coltivare la bellezza delle mie ali. E cerco di condividerla. In breve, questo è il senso della mia vita, questo il mio sentiero che ha un cuore.