Ci vuole una vita per fare una vita

Ascolto storie, accolgo dolori.
In ospedale riguardano perlopiù gli accadimenti del presente, mentre in studio -vestiti con gli abiti dell’oggi- arrivano i dolori antichi.
Sono dolori che dopo anni emergono intatti, come se il tempo non fosse passato; esperienze di vita intrappolate e conservate nella memoria come insetti nell’ambra; fardelli che gravano sulle spalle e rallentano l’andatura, a volte quasi la bloccano.
Quando però il dolore si libera, l’ambra lascia volare via l’insetto prigioniero, il fardello si alleggerisce, ecco che -a volte- arriva un nuovo ostacolo: il rimpianto, con la rabbia e il dolore per ciò che avrebbe potuto essere se…
“Eh, se avessi saputo allora quel che so adesso…”; “se mi fossi visto allora con gli occhi di oggi…”; “se avessi capito prima, se mi fossi fatto aiutare prima, se avessi risolto allora…”
Avrei vissuto meglio, sarei stato più sereno, avrei avuto più possibilità…
Ma non è andata così.
C’è voluto tempo, ed è stato necessario attraversare esperienze, fatiche, dolori, riflessioni, prese di coscienza. Passi apparentemente semplici hanno invece richiesto anni.
Ci vuole una vita per fare una vita.
E poi, se possibile, bisogna fare pace con ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.
Se possibile, bisogna guardare con amorevolezza e comprensione quel che invece è stato ed è.
Riconoscere senso nel percorso, così com’è stato.
Non è indolore, e anche riconoscere senso nel percorso è un percorso, che muta nel tempo, che incontra pianure, salite, scivolate.
Ci vuole una vita per fare una vita.

10 pensieri su “Ci vuole una vita per fare una vita

  1. Furtivamente

    …E’ una continua evoluzione e quello che fu rimane nei ricordi belli e brutti, segnano il nostro percorso e, in definitiva, guardando indietro, è sempre cosa saggia non rimuginare più di tanto… Esser qui a ripensarci è già una grande fortuna !

    … Tiseguo sempre !
    Ciao !

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  2. ogginientedinuovo

    Le tue parole hanno così tanto senso, per me!
    Il tempo mi ha insegnato a non rimpiangere e a non rammaricarmi: le scelte e le decisioni sono state quello che potevano essere, in quelle circostanze – condizioni ambientali / emotive.
    Riconoscere il senso nel percorso, credo, sia il passo successivo.
    Che accadrà 🙂
    E’ sempre un piacere leggerti ❤

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  3. Marco SognatoreFallito

    Sono d’accordo, però spesso penso che sia uno spreco: una intera vita a “formarsi” e poi, quando uno sarebbe pronto, ecco che è arrivato alla fine.
    È un vero peccato.
    Personalmente penso di aver perso (e continuo a parderlo) un sacco di tempo, ma al momento non saprei come avrei potuto usarlo meglio. In fondo sono contento del mio passato e ,anche ciò che è stato brutto, è stata una esperienza che mi ha fatto essere ciò che sono. Bene o male.
    Però vedo che ho sempre meno capelli e quelli restanti diventano sempre più bianchi. Mi è spuntato anche un pelo di sopracciglio bianco. E qualcuno anche in altre parti “più nascoste”.
    Ho sempre più pancia e meno entusiasmo giovanile. Tutto è scontato, le fasi migliori sono ormai passate, il giro di boa è stato fatto e ora mi resta solo la discesa, il rientro. Ciò che avevo seminato ormai l’ho raccolto.
    Quello che è stato, è stato.
    Alla sera mi mettonsul balcone con un bicchierino di limoncello e…ed è meglio che non mi abbandoni eccessivamente alla malinconia sennò poi non dormo.
    Ho un bel passato, ma ormai…

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