“A volte penso che ogni situazione, buona o cattiva, possa arricchire l’uomo di nuove prospettive. E se noi abbandoniamo al loro destino i duri fatti che dobbiamo irrevocabilmente affrontare -se non li ospitiamo nelle nostre teste e nei nostri cuori, per farli decantare e divenire fattori di crescita e di comprensione-, allora non siamo una generazione vitale.
Certo che non è così semplice, e forse meno che mai per noi ebrei: ma se non sapremo offrire al mondo impoverito del dopoguerra nient’altro che i nostri corpi salvati a ogni costo – non un nuovo senso delle cose, attinto dai pozzi più profondi della nostra miseria e disperazione-, allora non basterà. Dai campi stessi dovranno irraggiarsi nuovi pensieri, nuove conoscenze dovranno portare chiarezza oltre i recinti di filo spinato, e congiungersi con quelle che là fuori ci si deve conquistare con altrettanta pena, e in circostanze che diventano quasi altrettanto difficili. E forse allora, sulla base di una comune e onesta ricerca di chiarezza su questi oscuri avvenimenti, la vita sbandata potrà di nuovo fare un cauto passo avanti.”
Etty Hillesum, da Westerbork, dicembre 1942
E il compito di ospitare nelle nostre teste e nei nostri cuori gli avvenimenti della vita, e farli diventare fattori di crescita, è un compito sempre presente.
Ti ho premiato con il liebster award http://miannoiounpo.wordpress.com/2014/02/03/liebster-award/
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D’accordissimo cara Chiara : Oh meno male !, come ho scritto in FB il pensiero positivo (non c’entrava la Shoah) pessimamente inteso ogni tanto odora di rimozione, di fifa di guardare l’Ombra
Adalberto
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🙂
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