Quando la realtà si fa dura…

“Non ho avuto una bella vita”: inizia così il racconto della sua storia. 
“Non mi aspettavo che potesse andare così”; “non vedevo l’ora di andare in pensione per cominciare a…”; “a cosa è servito lavorare e sacrificarsi tanto?”…
Molto spesso ascolto parole come queste, raccolgo lo sconcerto, il dolore o la rabbia per la vita che ha tradito le aspettative, che ha portato fardelli anziché doni. 
E mi colpisce lo sconcerto: come se nella vita la normalità fosse morire molto anziani, dopo aver goduto al massimo la vita, e come se ogni scarto da quella normalità fosse un affronto personale ingiustamente patito, immeritatamente arrivato.
La normalità è invece ricca di sfumature e di possibilità, felici o tristi che siano, in un mix bilanciato o fortemente sbilanciato in un senso o nell’altro.
Vedo percorsi sfortunati tutti i giorni, e come nella savana il leone atterra una gazzella mentre le altre scappano, così la vita atterra uno di noi mentre gli altri continuano la loro vita. Fino al leone successivo. 
Portiamo avanti le nostre vite cercando di scampare i pericoli e sperando che vada tutto bene.
Però abbiamo bisogno di una visione della vita che inglobi anche ciò che non vorremmo accadesse mai. Non dico che dobbiamo pensare sempre al peggio, ma neanche credere che andrà sempre e solo bene. Non è un invito ad essere pessimisti, abbiamo soltanto bisogno di non arrivare impreparati quando qualcosa va storto, abbiamo bisogno di non stupirci ma di tirar fuori tutte le risorse possibili per affrontare le difficoltà. Tante, troppe energie vanno a finire in sconcerto, lasciando le persone impigliate nelle reti di visioni del mondo irrealistiche.
È difficile tenere l’equilibrio tra paure e speranze, tra sentieri liberi e ostacoli che sbarrano il passaggio: quando voli non vorresti mai pensare alle cadute, e quando cadi vorresti solo poter riprendere a volare. Tutti vorremmo essere felici il più possibile, ma non va sempre così.
Combattiamo per essere felici, e a volte accade, altre volte no.
E quando non accade, allora arrendersi a ciò che c’è così com’è -e non come vorremmo che fosse- resta la strada più costruttiva, e spesso conduce verso aperture imprevedibili. 
È faticoso stare nella realtà, però aiuta.

13 pensieri su “Quando la realtà si fa dura…

  1. otherside

    È relativo. Dici bene di savane, leoni e gazzelle, di corse e atterramento. Dici bene ma io vedo molte vite sprecate banalmente (volontariamente) assorbite da una quotidianità così feroce da non lasciare spazio a nient’altro che al grigio. A cosa dovremmo preparaci in questi casi? Esiste realmente la possibilità di affrancarsi almeno in parte da queste dinamiche assurde? Non ci sono solo leoni in savana ma anche iene, serpenti, batteri mortali e subdoli e nessuno di noi ha così sviluppato l’indole di Indiana Jones.
    È relativo.

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    1. sguardiepercorsi Autore articolo

      Credo che la possibilità di affrancarsi ci sia se e quando arriva la consapevolezza della propria condizione, o l’ascolto di un malessere esistenziale. E non è detto che poi tutto ciò si trasformi in azioni di cambiamento. Si fa quel che si può.
      Ci sono infinite insidie nella vita. Io mi riferivo alle malattie perché lavoro in ospedale, e la riflessione del post è nata da quel contesto.
      Grazie per il tuo commento. Ciao!

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  2. Manuel Chiacchiararelli

    Viviamo pensando di avere tutto il tempo possibile, come se il diventare vecchi ci fosse garantito.
    eh, non è garantito neanche il domani, per questo non si dovrebbe mai rimandare.
    “Per non morire scoprendo di non aver vissuto” diceva qualcuno, e io ho sempre appoggiato questo pensiero.
    E, adesso, non ho più rimorsi o rimpianti… che venga o non venga domani…

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  3. walter

    Quando ci si lamenta della vita bisognerebbe pensare che se si è in grado di lamentarsi vuol dire che non è ancora finita, che c’è ancora un futuro e che potrebbe riservare risvolti positivi. Non bisogna fare un bilancio definitivo prima della fine e dopo la fine lo faranno gli altri ma senza avere tutti gli elementi per giudicare.

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  4. Marco SognatoreFallito

    Io ti auguro con tutto il cuore che ti vada sempre tutto bene, però….guarda… io di recente ho visto le cose cambiare come mai avrei pensato potesse accadere (proprio a me, intendo).
    E ci si sente presi in giro dalla vita, da dio.
    Viviamo in un’epoca dove non esiste più solo il lavoro e la valle di lacrime, bensì oggi esiste il tempo libero e i soldi per goderne. Fino anche a diventare un po’ anche schiavi di questo “benessere a tutti i costi”: essere felici è un must, si fa a gara su chi ha viaggiato di più, su chi ha la vita più bella e felice.
    Se capita una disgrazia viene da pensare “ma perché proprio a me? Che vita ormai finita, sprecata”.
    A pensarci bene, cmq, se scrivi così è perché probabilmente qualche legnata dalla vita l’hai avuta anche tu….

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