Momenti senza bellezza

La vita corre troppo e noi arranchiamo continuando a chiederci che senso abbia e se siamo nella vita giusta, quella che veramente volevamo.
Penso a una donna con cui ho parlato. Era molto arrabbiata, un fiume in piena. Il marito stava morendo e lei realizzava che non ci sarebbe più stato tempo per fare ciò che avevano sempre rimandato. Tutti quei doveri, i bisogni altrui, le necessità che negli anni avevano orientato le priorità e condizionato le scelte, ora apparivano in una luce diversa, scivolavano in coda nella scala dei valori.
Quella donna era arrabbiata perché il futuro che avevano immaginato non ci sarebbe più stato. Mai più. E non era contenta del passato.
Sono uscita da quella casa una quindicina di giorni fa, ma ancora risuonano in me echi di quella conversazione.
Penso alle giornate piene che riempiono le settimane e i mesi, a ciò che rimane indietro e non trova spazio o energie sufficienti. Sono nella vita giusta? Avrò rimpianti, un giorno?
Non so. Ascolto attentamente chi -arrivato a fine corsa- mi racconta la sua vita senza rimpianti e si dice sereno per come è andata. Ho capito che quella serenità non dipende dalla contabilità delle cose fatte, ma dal senso che nel quotidiano riusciamo a costruire e a trovare.
Ascolto me stessa: sento la mia bussola interiore, cerco di orientarmi. So cosa mi fa stare bene, cosa ha senso per me. Ne ho scritto poco tempo fa, qui. Ma si sa, i sentieri non sono proprio lineari, né sempre così visibili o immediatamente percorribili.
E a volte capita di percorrerli avanzando come Simenon racconta -in Pietr il Lettone- un inseguimento di Maigret: “… il commissario fu improvvisamente bloccato da una pozza larga due metri. Ne verificò la profondità con il piede e fu lì lì per cadere in avanti.
Alla fine si appese agli archi di sostegno dei pali.
Sono momenti in cui è meglio non essere visti. Si abbozzano gesti ai quali non si è preparati, si fallisce ogni tentativo, come cattivi acrobati. Ma si avanza, diciamo così, per forza di inerzia. Si cade e ci si risolleva. Si arranca, senza prestigio né bellezza.”
Ecco, a volte si arranca, senza bellezza.
E anche se non sempre riesco a sentirlo, so che c’è valore nei momenti senza bellezza: lì la bussola interiore si orienta nuovamente e segnala con forza la direzione da prendere, o anche solo da correggere. Servirà quel lavoro ad allontanare i rimpianti? Forse… Ma intanto fa vivere meglio l’oggi, rimettendolo su una strada di senso.
Allora, grazie momenti senza bellezza… anche se siete faticosi, cerco di essere amorevole con voi. E grazie amici che siete nel mio cuore, perché l’amore scalda, sostiene, e rende possibile l’attraversarli.

20 pensieri su “Momenti senza bellezza

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    1. sguardiepercorsi Autore articolo

      Forse hai ragione. Però è triste pensare in termini di spreco. Ad oggi credo che si possa dare senso a quasi tutti i momenti di vita, ma penso anche che in alcune circostanze possa essere davvero difficile trovarlo.

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      1. Aurore2014

        Molto difficile cara Chiara, forse dipende anche dalla nostra indole, dall’educazione ricevuta, dagli studi fatti o dalla saggezza raggiunta, non importa la ragione ma certamente ci sono persone che non riescono ad amare i momenti “senza bellezza”, anch’io mi ritrovo in quella signora arrabbiata la maggior parte del tempo… vorrei imparare da te per non sentirmi infelice e con questa sensazione di aver “sprecato” il tempo così breve della vita… Grazie per le tue bellissime riflessioni, sempre… Buona Pasqua.

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  2. Marco SognatoreFallito

    Guarda… la mia vita e’ stata splendida fino a 40 anni. Poi s’è “merdizzata” su molti fronti, praticamente tutti. Dall’amore alla salute.
    Cioè, ancora niente di tragico, però la mia vita non è più bella come prima.
    Forse ancora resta in piedi l’aspetto economico: non che sia ricco, ma per il momento ho un posto di lavoro e un’entrata regolare che mi fa vivere benino.
    Per il momento! E non lo dico per niente: ci sono in vista (molto vicini) cambiamenti anche nella vita professionale e spero che non finiscano per essere peggiorativi.
    Non è che sia pessimista….è che a questo punto mi tocco le palle sempre. Anni fa tutto finiva sempre per il meglio, oggi mi pare che la mia buona stella m’abbia abbandonato.

    In sostanza sto vivendo ogni giorno arrabattandomi e tirando avanti come viene. Chi vivrà vedrà.
    Che tanto, per ora (ma ho perfin paura a dirlo), non va bene ma nemmeno poi male. Per ora.
    Ma è tutto un “forse”, un “speriamo”, un proseguire perchè non c’è altra scelta. Un essere per forza ottimisti, perchè non c’è altra scelta.

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  3. ogginientedinuovo

    Ho letto, non ricordo dove, che non bisogna avere rimpianti (né rimorsi) perché quello che si è scelto (o non scelto) a suo tempo, per quel momento era giusto così.
    E’ molto vero, se ci si pensa: ogni priorità, ogni dovere, ogni scelta in quel momento è la cosa giusta; il senno di poi è un’altra cosa.
    Mi ha colpita molto questo concetto e, faticosamente, cerco di tenerlo a mente.
    Sempre bello leggerti 🙂
    Abbracci!

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  4. chiaralorenzetti

    Sono parecchi i miei momenti senza bellezza, sono quelli in cui mi dedico agli altri, per inerzia, per convenzione, trascurandomi. Ultimamente lo faccio con cognizione e cerco appunto, come dici bene, di trasformare dei doveri in, non dico in piaceri, ma in accettazione placida.
    Il tuo percorso, Chiara, è influenzato da quello che vivi e vedi, e ci vuole una forza e un coraggio importante per affrontare i dolori che incontri. Sei una bella persona, con un trascorso e un presente luminoso. E mi piace averti incontrata.
    Buona domenica

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      1. chiaralorenzetti

        Quando verrà l’ora della data di Milano del laboratorio, mi piacerebbe che tu potessi esserci, il confronto con te mi servirebbe tanto.
        Oro nelle crepe e la nostra vita diventa meraviglia, nostra e vera.
        In fondo non serve molto altro.
        Un abbraccio 🙂

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  5. lamelasbacata

    Sono alle prese con queste riflessioni, proprio in questo periodo. L’accettazione di ciò che è stato, delle scelte sbagliate, di un passato che non torna e la voglia di non sprecare ciò che rimane mi portano via molte energie e quasi del tutto la voglia di scrivere. La mia bussola è impazzita, l’ago gira ma non si ferma mai e io non posso che attendere.
    Leggere come tu affronti la vita mi da speranza.

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    1. sguardiepercorsi Autore articolo

      Anche le bussole impazzite, quando ci si quieta un po’, ritrovano il nord. Bisogna solo accettare che ci sono periodi in cui non si trova la direzione. Quando smetto di agitarmi, ritrovo la bussola. Penso che sarà così anche per te.
      Un abbraccio 🙂

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